venerdì, Marzo 29, 2024
Il bello del Majorana

Cresco, rischio e cambio

Alla fine della terza media tutti dobbiamo fare una scelta che fino a quel momento è probabilmente la più importante della nostra vita: quale Istituto Superiore frequentare per i 5 anni futuri?. Milioni di domande senza risposta ci frullano in testa, lasciandoci pieni di dubbi. Queste domande me le posi anche io, nonostante fin dalla quinta elementare avessi programmato quella che sarebbe stata la mia vita scolastica e lavorativa, certa che tutto sarebbe “filato liscio”.

Nonostante al tempo dell’orientamento abbia avuto l’opportunità di visitare i vari Istituti Superiori di Milazzo, rimasi convinta della mia scelta.

Arrivò il fatidico primo giorno di scuola superiore, misi i miei occhiali da sole alla “Willy Wonka” delle occasioni speciali, più felice che mai di frequentare l’istituto che avevo sempre desiderato.

Purtroppo non fu così per molto: già dopo un mese mi resi conto di quanto fuori posto mi sentissi in quel contesto e di quanto mi annoiassi a studiare quelle materie, nonostante prendessi buoni voti. Era un problema solo mio, mi resi conto anche di questo: semplicemente non era una scuola adatta a me.

Durante le vacanze di Natale ne parlai con la mia famiglia e mi accorsi di quanto fossi infelice. A quel punto, spronata dalla voglia di star bene, contattai alcuni miei amici che frequentavano – e frequentano – il Majorana, Pronta ad iscrivermi,con la consapevolezza che fosse un’ottima scuola, nonostante i vari indirizzi presenti non mi incuriosissero: mi toccava fare un salto nel vuoto e sperare che ci fosse un materassino ad aspettarmi.

Ero sempre stata una ragazza abitudinaria, timorosa delle deviazioni di rotta: modificare improvvisamente il programma che avevo stabilito per me stessa già 4 anni prima, mi lasciava sconvolta; nessuno si aspettava da me un cambiamento del genere, io per prima. Ripensandoci, è stata una dimostrazione personale che mi ha aiutata a capire che potevo fare di più, che potevo rompere gli schemi che mi auto imponevo, spaventata di non saper fare di meglio.

Gli ultimi giorni del dicembre 2015 li passai fra la Segreteria del Majorana e quella della mia vecchia scuola, sentendomi una trottola impazzita. Mi resi conto, solo due giorni prima di entrare nella mia nuova scuola, di quello che avevo fatto e non lo credevo possibile. Una delle cose positive in quei giorni di trambusto, fu pensare che almeno non avevo compiti per le vacanze da fare.

Il 7 Gennaio del 2016 è stato il mio primo giorno all’ITT Ettore Majorana, che devo dire mi ha sorpresa: mi sentivo a casa, in un ambiente molto più grande di me ma comunque accogliente; sapevo di sembrare una piccola formica smarrita, che per un mese sbagliò continuamente aula – che sbaglio tuttora –, che non riusciva a memorizzare i nomi dei nuovi professori né dei nuovi compagni – 28 persone sono tante! – e che doveva dimostrare quello che era in grado di fare. In tre settimane recuperai il programma dei 4 mesi precedenti, ottenendo almeno una valutazione per materia in vista del quadrimestre che si sarebbe concluso a breve.

Da quel momento ho fatto il possibile per dimostrare di essere al passo con gli altri, evitando di farmi etichettare come “quella nuova”, riuscendo nel mio intento.

Non è ancora passato un anno, ma sento di far davvero parte di questa scuola.

Il 7 Settembre 2016 è stato il mio vero primo giorno all’ITT Ettore Majorana, e ne sono davvero felice, soprattutto perché finalmente accetto non solo di aver cambiato scuola, ma di essere cambiata anche io.

È stato difficile abituarmi a questo lato di me stessa perché non credevo esistesse, ma mi piace. Sono orgogliosa di aver rischiato e ancor di più di essere riuscita finalmente a sentirmi nel posto giusto, solo grazie a me e alla mia scelta. La mia nuova scelta, per la nuova me.

Un consiglio che do a tutti, è di non spaventarsi del cambiamento: è normale diventare una persona diversa, crescendo. Spesso non ce ne rendiamo conto, non lo capiamo o non lo vogliamo, ma il primo passo per migliorarsi è accettarsi, e cambiare ancora. Non dico di cambiare totalmente la nostra personalità, anzi: evolversi è l’importante. Fa parte di noi, ed è giusto rendercene conto sempre.

Giorgia Di Bella 2BCH

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